La traduzione in italiano di flat tax, tassa piatta (non progressiva), ci aiuta a capire che si dovrebbe trattare di un sistema impositivo piatto, con un’unica aliquota: vedremo che l’ultima proposta italiana di flat tax (contratto Salvini-Di Maio) invece si basa su due aliquote, 15 e 20 per cento,
ma questo è solo uno dei primi correttivi che è stato introdotto. In realtà vedremo che per evitare l’incostituzionalità della nuova proposta dispositiva, la nuova norma dovrà garantire, seppure in modo diverso rispetto ad oggi, la progressività (e non la proporzionalità) della tassazione.
Per comprendere la modifica epocale in cui ci troveremmo, in caso di effettiva introduzione per tutti della flat tax in Italia, bisogna sapere che oggi abbiamo, per le persone fisiche non titolari di una partita IVA, vedremo che è diverso per le imprese, un sistema fiscale progressivo e con cinque aliquote. L’imposizione fiscale sul reddito delle persone fisiche (IRPEF) oggi è un’imposta diretta e progressiva, proporzionale all’effettiva entità di tutti i redditi percepiti dal contribuente, da versare in funzione di 5 scaglioni di reddito nel range 23% – 43%, come evidenziato nella tabella seguente.
Gli attuali scaglioni Irpef: |
aliquote |
imposta dovuta |
Redditi fino a 15.000 euro |
23% |
23% del reddito |
Redditi da 15.001 fino a 28.000 euro |
27% |
3.450,00 + 27% sul reddito che supera i 15.000,00 euro |
Redditi da 28.001 fino a 55.000 euro |
38% |
6.960,00 + 38% sul reddito che supera i 28.000,00 euro |
Redditi da 55.001 fino a 75.000 euro |
41% |
17.220,00 + 41% sul reddito che supera i 55.000,00 euro |
Redditi oltre 75.000 euro |
43% |
25.420,00 + 43% sul reddito che supera i 75.000,00 euro |
La flat tax, all’italiana è oggi già applicata.
Prima di vedere la proposta di flat tax prevista nel contratto Salvini-Di Maio chiariamo che in Italia la flat tax è già parzialmente applicata. E si, non lo si dice ma è così! Per le società di capitali (srl, sapa e spa) dal lontano 1973 e sino al 2004 abbiamo avuto l’IRPEG con un’aliquota unica e proporzionale (non progressiva per scaglioni) del 34%. Dal 1/1/2004 ad oggi abbiamo in vigore l’IRES sempre ad aliquota unica non progressiva per scaglioni che è progressivamente scesa sino all’attuale 24%.
Non si dice neanche che il governo Renzi ha istituito la flat tax all’italiana anche per le imprese individuali e le società di persone (snc e sas) con aliquota unica e non progressiva sempre al 24%, il suo nome è IRI (imposta reddito imprenditoriale) ma limitata agli imprenditori in contabilità ordinaria (escludendo le imprese in contabilità semplificata).
L’inconveniente dell’IRES e dell’IRI, entrambi con aliquota unica fissa del 24%, sorge quando i redditi così tassati giungono nella sfera privata con l’inevitabile applicazione dell’IRPEF a scaglioni progressivi di cui sopra, da pagarsi riducendola dei crediti d’imposta che derivano dalla prima tassazione dello stesso reddito, in origine. Un meccanismo complesso e di non facile comprensione per i non addetti ai lavori.
La flat tax Salvini – Di Maio
Il famoso contratto Lega-5 stelle prevedeva invece che il nuovo regime fiscale si sarebbe caratterizzato, per tutti, come segue: “due aliquote fisse al 15% e al 20% per persone fisiche, partite IVA, imprese e famiglie; per le famiglie è prevista una deduzione fissa di 3.000,00 euro sulla base del reddito familiare. La finalità è quella di non arrecare alcun svantaggio alle classi a basso reddito, per le quali resta confermato il principio della “no tax area”, nonché in generale di non arrecare alcun trattamento fiscale penalizzante rispetto all’attuale regime fiscale. Una maggiore equità fiscale, dunque, a favore di tutti i contribuenti: famiglie e imprese. Gli effetti che ne conseguono sono: maggiore risparmio di imposta, maggiore propensione al consumo e agli investimenti, maggiore base imponibile tassabile, grazie anche al recupero dell’elusione, dell’evasione e del fenomeno del mancato pagamento delle imposte.”
Flat tax: i nuovi scaglioni Irpef |
aliquote |
imposta dovuta (da applicarsi sul reddito dopo la riduzione dello stesso per la deduzione familiare di euro 3.000 e la no tax area da definire, minimo euro 8.000) |
Redditi fino a 80.000 euro |
15% |
15% del reddito |
Redditi superiori a 80.000 euro |
20% |
12.000,00 + 20% sul reddito che supera 80.000,00 euro |
Non si dice per adesso nulla di più ma le intenzioni sembra che siano di applicare la prima aliquota del 15% per redditi minori a 80 mila euro, la seconda del 20% per quelli superiori. Per capire gli effetti che la nuova flat tax produrrà effettivamente, applicabile a tutti e in sostituzione almeno dell’IRPEF, dell’IRES e dell’IRI, bisogna aspettare di conoscere la struttura di deduzioni e di no tax area (fascia di reddito esente da imposte oggi sino a euro 8.000) che varranno previste per garantire comunque una progressività dell’imposta e rispettare l’art.53 della costituzione italiana: “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.”
27 maggio 2018 – Marco Prestileo